“Tutto iniziò da quel finestrino”, in un’altra Europa, in un altro tempo, in una Leopoli anche allora martoriata dai bombardamenti e con i civili in fuga…così Kurt Rosenberg, ebreo polacco, abbandonata Bielsko per sfuggire agli orrori nazisti, si ritrovò a fronteggiare il terrore bolscevico.
Scappato avventurosamente da un treno russo che lo stava deportando, attraversò in lungo e in largo la penisola balcanica con pochi amici, superando fiumi, campi minati e frontiere incerte, sempre con l’animo coraggioso e sereno che conserverà per tutta la vita.
Arrivato in Italia e internato sotto il Fascismo, verrà aiutato dalla gente di Abruzzo nel passo finale: dopo mesi nascosto nei boschi per evitare la cattura dei tedeschi, riuscì ad attraversare la linea del fronte per arruolarsi volontario nell’Ottava Armata Britannica e quindi nel Secondo Corpo Polacco. Per Kurt, che perse il padre nella strage di Katyn e tanti suoi cari nel lager di Auschwitz, l’esercito di Anders rappresentò una nuova famiglia; a sua tutela, per evitargli la fucilazione immediata in caso di cattura da parte dei tedeschi, gli fu anche cambiata identità e divenne così il tiratore “Kazimierz Górski”.
Ho avuto la grande fortuna di conoscere personalmente Kurt, un uomo tranquillo, simpatico, modesto che non ostentava la sua storia avventurosa e nemmeno lo stretto rapporto con Giovanni Paolo II, suo amico d’infanzia e vicino di casa a Wadowice, loro città natale. Fu uno degli artefici del riavvicinamento tra cattolici ed ebrei, culminato nella visita del Papa alla Sinagoga di Roma. Il figlio Ugo ha voluto, per nostra fortuna, riproporre e integrare con ulteriori memorie e documenti il testo che suo padre scrisse solamente in lingua polacca. La lettura di questa nuova edizione mi ha ricordato immediatamente Kurt e la sua leggerezza disarmante nel raccontare i pericoli mortali a cui era scampato, sempre sottolineando l’aiuto disinteressato che aveva ricevuto da tante persone nei Paesi attraversati e soprattutto in Italia. Ugo, in modo molto delicato e accorto, ha inserito varie note storiche riguardanti le tragiche vicende, per la Polonia e per il popolo ebraico, della guerra e della Shoah; questo senza mai interrompere o intaccare una lettura davvero piacevole, a tratti commovente. È un nuovo passo nella narrazione della storia del Secondo Corpo Polacco, che valorizza il ruolo dei soldati ebrei rimasti con i commilitoni Polacchi, invece di scegliere la Palestina e la Terra Promessa; fu un vero e proprio gesto di amore per la Polonia, che ancora oggi tutti apprezziamo. È per me un onore poter chiamare amico Ugo Rosenberg, figlio di un padre eccezionale.
Maurizio Nowak